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Mondaino riserva molte sorprese: c’è una bellissima piazza circolare dove ad agosto si tiene il celebre Palio del Daino, c’è una rocca da cui si gode un panorama completo sul mare e sull’entroterra, sotto il paese si nascondono camminamenti sui quali si raccontano storie misteriose. Ci sono poi gli scorci dei vicoli, i palazzi nobiliari e un museo dove si raccolgono i resti fossili degli animali che abitarono queste terre milioni di anni fa. Come se non bastasse, c’è un parco botanico con gli esemplari più interessanti della flora mediterranea e c’è la grande intraprendenza dei cittadini sempre pronti ad organizzare feste, spettacoli ed eventi di cultura.
Il nome del luogo, evolutosi nel corso dei secoli (Mons Damarum-Monte Daino-Mondaino), fa riferimento forse ai daini presenti, un tempo, in grande quantità nei boschi della zona. Fondatori presunti dell’abitato furono gli etruschi, che si stabilirono lungo le principali vallate appenniniche del versante adriatico, dopo aver scalzato gli Umbri. L’età romana portò l’organizzazione del territorio suddiviso in vari centri abitati e produttivi fra i quali troviamo il Vicus Dianensis, famoso per la presenza di un tempio dedicato a Diana cacciatrice. Le successive epoche videro Mondaino protagonista dei principali eventi storici dell’area. In età longobarda fu edificata una pieve, dedicata a Sant’ Apollinare Martire, che testimonia il ruolo di polo culturale e sociale ricoperto dall’abitato. Nel 1069 signore del castello fu un certo Pietro Bennone, ricco riminese, che lo donò a San Pier Damiani.
L’alleanza con i Malatesta data del 1289 quando Mondaino, assieme ad altri castelli del riminese, passò dalla parte della blasonata famiglia favorendone la scalata al potere a Rimini. Il commercio di sale minerale, estratto dal locale Rio Salso, favorì nel medioevo lo sviluppo dell’economia dando lavoro a numerose botteghe artigiane, mediante 1′ impianto di una fitta rete commerciale.
Mondaino è ricordato nelle cronache trecentesche e quattrocentesche come il Paese dei Patti. Nel 1393, nel salone del castello, Carlo Malatesta firmò la pace con l’eterno nemico Antonio da Montefeltro. Nel secolo successivo, nel 1459, Sigismondo Pandolfo Malatesta incontrò per il medesimo motivo Federico II, duca d’Urbino, presso il convento fondato, secoli addietro, da San Francesco sul vicino Monte Formosino. Nel 1462 il trattato col Malatesta era ormai un lontano ricordo e dopo vari tentativi Federico riuscì a conquistare il castello di Mondaino per farne dono alla Chiesa.
Tra gli avvenimenti più significativi dell’epoca vogliamo ricordare un fatto, certo non insolito per quei tempi, che ha gettato però un’ombra misteriosa sui giorni nostri: la presenza scomoda di un fantasma che si diverte a movimentare le tranquille giornate dei mondainesi (pensate che è stato addirittura promosso un gemellaggio con alcuni castelli scozzesi). Nel 1516 venne infatti assassinato, sulla via di casa, da un marito tradito, il poeta Giovanni Muzzarelli, personaggio di spicco alla corte di Guidubaldo da Montefeltro, protetto dal Bembo e dall’Ariosto. La lunga dominazione dello Stato Pontificio fu interrotta solo due volte: nel 1523 quando il castello ed il suo contado furono ceduti, per pochi mesi, ai Medici come garanzia del pagamento di un debito e nel 1797 a causa della conquista da parte delle truppe di Napoleone Bonaparte.
Ormai siamo giunti alle soglie della costituzione del Regno d’Italia. Durante i sommovimenti risorgimentali, scoppiati in tutta la Romagna, Mondaino partecipò ai moti di Rimini del 1845 con un folto gruppo di patrioti, sostenuti dal motto Libertà civile, Governo secolare, Ordine pubblico. Il centro fu annesso al Regno sabaudo nel 1860, anno in cui le truppe piemontesi attraversarono il Tavollo (allora confine fra i due regni: quello pontificio e quello italiano).
Di forte impatto, visibile dal fondovalle, con la sua imponenza di un tempo è la Rocca Malatestiana, pregevole architettura del XIV sec. Da una bolla di Papa Sisto IV si legge che la costruzione del forte è opera dei mondainesi. Tuttavia i successivi interventi, voluti dai signori di Rimini, ne fanno una tipica costruzione malatestiana. Sigismondo Pandolfo Malatesta fece erigere, durante il suo governo, ben 13 torrioni, il cassero, l’ampia cerchia muraria ed i camminamenti sotterranei (scavati nel tufo, sotto il maschio, pronti per essere utilizzati in caso di assedio come cisterne o in caso di disfatta come sicura via di fuga) scoperti, questi ultimi, nel 1987. All’interno della rocca si possono ammirare, oggi, la Madonna del Latte, bell’affresco (XV sec.) di Bernardino Dolci di Castel Durante, ed il Museo Paleontologico del tripoli mondainese. Il tripoli è una roccia sedimentaria, formatasi, nel corso di millenni, attraverso il deposito e la fossilizzazione, sul fondo del mare, di microscopici scheletri di diatomee e radiolari.
E’ per questo che noi possiamo ora trovare, incastonati sulle pareti rocciose di questo complesso, esemplari di pesci e vegetali vissuti dieci milioni di anni or sono durante il Miocene. Il giacimento di Mondaino, fra i più importanti in Italia, ha restituito ben 21 specie diverse di ittioliti, oltre a denti di squalo, ricci di mare, conchiglie ed elementi paleobotanici. Nel museo si trovano anche alcune steli di origine romana. Appena usciti dalla rocca si può ammirare l’altro capolavoro di questo piccola cittadina: la caratteristica Piazza Maggiore, con il suo porticato neoclassico, opera di Francesco Cosci, piazza che ha fatto attribuire a Mondaino il buffo soprannome di Paese della Padella (infatti la struttura dello spiazzo ricorda quella di quest’utile strumento da cucina).
MONDAINO, CARO ALLA DEA DIANA La leggenda vuole che Mondaino sia legato a Diana, dea della caccia, della luce lunare e della castità, che sembra fosse qui venerata. Della presenza di un tempio pagano se ne parla già nel Settecento, sulle basi di un antico manoscritto pertinente al ritrovamento di una lapide nella vecchia chiesa parrocchiale. Non ci sono prove materiali dell’effettiva presenza di un’area sacra, ma la figura di Diana ritorna spesso nelle vicende storiche di Mondaino. Ad esempio nell’etimologia del nome del paese, che nasce dal daino, animale sacro alla Dea, o nelle antiche notizie che parlano della presenza di sontuosi bagni, simbologia fortemente legata all’iconografia con cui spesso la divinità viene rappresentata. Attorno al 1330 viene costruita la rocca, il castello passa in mano a Ferrantino, che lo tiene fino al 1348. E in questi anni che iniziano le guerre e gli assedi al castello. Mondaino ne subirà ben sette, dal 1331 al 1517, da parte della Chiesa, dei Malatesta stessi e delle truppe feltresche, riuscendo quasi sempre a resistere e a respingere gli assalitori. Con la signoria di Sigismondo Pandolfo il castello venne ingrandito e fortificato tramite la costruzione di torrioni poligonali, per contrastare il “nemico” Federico da Montefeltro. Ma anche questo non bastò a salvare il lungo dominio malatestiano che di lì a poco sarebbe terminato con la dura sconfitta patita da Sigismondo nel 1462, contro l’esercito pontificio e feltresco. Da quel momento Mondaino passa sotto l’autorità ecclesiastica, che durerà per diversi secoli, interrotta solo per brevi periodi da quella di Cesare Borgia, del principe di Macedonia e dei Medici di Firenze. La Piazza della Provincia – Agosto 2011 Giornale di Mondaino
La leggenda vuole che Mondaino sia legato a Diana, dea della caccia, della luce lunare e della castità, che sembra fosse qui venerata. Della presenza di un tempio pagano se ne parla già nel Settecento, sulle basi di un antico manoscritto pertinente al ritrovamento di una lapide nella vecchia chiesa parrocchiale.
Non ci sono prove materiali dell’effettiva presenza di un’area sacra, ma la figura di Diana ritorna spesso nelle vicende storiche di Mondaino. Ad esempio nell’etimologia del nome del paese, che nasce dal daino, animale sacro alla Dea, o nelle antiche notizie che parlano della presenza di sontuosi bagni, simbologia fortemente legata all’iconografia con cui spesso la divinità viene rappresentata.
Attorno al 1330 viene costruita la rocca, il castello passa in mano a Ferrantino, che lo tiene fino al 1348. E in questi anni che iniziano le guerre e gli assedi al castello. Mondaino ne subirà ben sette, dal 1331 al 1517, da parte della Chiesa, dei Malatesta stessi e delle truppe feltresche, riuscendo quasi sempre a resistere e a respingere gli assalitori.
Con la signoria di Sigismondo Pandolfo il castello venne ingrandito e fortificato tramite la costruzione di torrioni poligonali, per contrastare il “nemico” Federico da Montefeltro.
Ma anche questo non bastò a salvare il lungo dominio malatestiano che di lì a poco sarebbe terminato con la dura sconfitta patita da Sigismondo nel 1462, contro l’esercito pontificio e feltresco.
Da quel momento Mondaino passa sotto l’autorità ecclesiastica, che durerà per diversi secoli, interrotta solo per brevi periodi da quella di Cesare Borgia, del principe di Macedonia e dei Medici di Firenze.
L’incantevole scenografia urbana è palcoscenico ideale per una serie di feste medioevali come il Palio del Daino (seconda metà di agosto) che propone ogni anno con tema diverso tornei, convegni, mostre, sfilate tutte dedicate ai grandi momenti del passato. In pieno centro storico si trovano, inoltre, il Convento delle Clarisse, con coro e crocefissi lignei del XVII sec., e la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, costruita, secondo antichi documenti, sulle rovine del tempio romano di Diana. Nel suo interno si possono ammirare interessanti tele di G. Picchi (XV sec.), una Deposizione del Pomarancio (XVI sec.) e tre splendidi paliotti con decorazioni a fiori e frutta del XVIII sec.
Da segnalare l’Arboreto Sperimentale della Flora Mediterranea, con museo, serra e zona ristoro, vera propria oasi verde in cui sono raccolte 2.000 specie diverse di esemplari di flora mediterranea. Mondaino è anche noto come paese della musica attraverso una serie di importanti industrie di strumenti musicali e una produzione artigianale di antica data come quella del sig. Geri, che cura la riparazione e la produzione di fisarmoniche. La musica è anche protagonista di diversi appuntamenti del programma di animazione culturale estivo.
Il patrimonio storico culturale si arricchisce anche attraverso gli apporti delle frazioni dell’odierno comune di Mondaino. Ne sono un esempio l’antica Pieve di S. Apollinare (VI sec.), posta appena fuori le mura, in località Pieggia, ed il Monastero di San Francesco (XIII sec.), situato sull’ameno colle Formosino, che ha conservato intatta la semplice, ristorante atmosfera dei luoghi francescani.
Il Palio del daino è il principale appuntamento di Mondaino: l’intero paesino rivive il Medioevo. Per 4 giorni le varie contrade di Mondaino si contendono un palio con giochi, sfide e tenzoni di tradizione medievale e rinascimentale. Tutta una serie di spettacoli, sfilate e cerimonie fanno da cornice alle varie prove. Ottima l’ambientazione che coinvolge tutto il paese. L’organizzazione della Pro Loco e del Comune è impeccabile. Non solo la scenografia (allestimenti, luci, costumi e bancarelle ecc) ma anche tutti gli aspetti gastronomici della festa sono particolarmente curati ed apprezzati dal numerosissimo pubblico.
Per approfondimenti trova il Palio del Daino di Mondaino tra gli eventi di Cattolica. Tantissime le opportunità per scoprire l’entroterra romagnolo ed avere un’alternativa nelle giornate non da mare.
Oltre al Palio del Daino, a Mondaino ci sono diversi altri eventi che sono sicuramente degni di nota. Tra Maggio e Giugno ha luogo Latinus Ludus, un concorso di traduzione del latino per studenti dedicato a Don Sebastiano Sanchini che fu precettore del giovane Leopardi. Mentre a Novembre, fiere e mostre mercato per il tartufo bianco pregiato delle colline riminesi con Bacco Tartufo e Venere, e la Festa di Santa Bibiana, in cui ha luogo la sfossatura del pregiato pecorino di fossa.