Home » Itinerari » Escursioni nelle città d'arte » Talamello
Il paese posto alle pendici del monte Pincio fu proprietà della famiglia Della Faggiola e poi dei Malatesta.
E’ possedimento della chiesa feretrana fino al 1296, quando il ghibellino Maghinardo Pagani, conducendo riminesi e montefeltrani assieme (caso raro nella storia di queste terre) riuscì a conquistarlo. Il dominio durò poco e Talamello venne di nuovo soggiogato a Roma. Fu infeudato dal sommo pontefice a Uguccione della Faggiola, entrando sotto il controllo della casata.
E’ il cardinale Egidio Albornoz che se lo riprende nel 1355. Nel 1390 il castello viene venduto a Galeotto Malatesta e poi nel 1416 confermato a Carlo Malatesta.
Pio II lo infeuda, come altri borghi vicini tolti a Sigismondo Pandolfo Malatesta, ai Guidi di Bagno e ai Malatesta di Sogliano. Con essi (1490) ha “inizio” la produzione di polvere da sparo nei mulini di Talamello che si concluderà nella seconda metà del secolo XX, dopo circa 500 anni di attività.
Un cenno di attenzione merita sicuramente il piccolo cimitero abbastanza vicino al paese, in cui si trova la cella che racchiude piccoli tesori artistici: infatti è completamente decorata con affreschi, datati 1437, di Antonio Alberti da Ferrara.
A Talamello c’è anche uno splendido Crocifisso del ‘300 che, ogni lunedì di Pentecoste, portato in processione, richiama fedeli da tutta la zona limitrofa; molti ritengono che l’autore di questo Crocifisso sia Giotto, dipinto nel 1300, è conservato sull’altare maggiore della seicentesca chiesa parrocchiale di S.Lorenzo; sempre in questa piccola ma preziosa chiesetta si può ammirare una Madonna con Bambino del ‘400, bella statua policroma lignea, ed un altrettanto ben fatto crocifisso ligneo del XVI secolo.
Il prestigioso patrimonio pittorico di Talamello è stato, nel 2002, arricchito con l’apertura del Museo-pinacoteca Gualtieri “Lo splendore del reale”, costituito da oltre 40 tele che il pittore di origini talamellesi Fernando Gualtieri ha donato dal Comune.
Per chi capita in paese é d’obbligo una sosta alla grande fontana che ne abbellisce la piazza e la camminata boscosa fino al Pincio, dove, tra castagni, pini e ricco sottobosco, si può ammirare tutta la Valmarecchia. Curiosi sono i due depositi di polvere da sparo a forma ottagonale, dei secoli XIX e XX (loc. Campiano), unici testimoni sopravvissuti al termine della produzione.
Talamello è sede di importanti iniziative di valorizzazione di prodotti tipici. Ad ottobre la Fiera delle Castagne della Valmarecchia, mentre in novembre Talamello diventa la capitale del formaggio di fossa, con una bella fiera dedicata al prodotto: questa caciotta, tipica della zona, viene fatta riposare e maturare in fosse ottenute nel banco di roccia arenaria su cui è fondato il paese stesso (il nome infatti deriva da thalamos, cioè grotte, abitazione); dopo tre mesi di stagionatura la caciotta è pronta ad essere consumata e prende il nome di L’Ambra di Talamello (così “battezzata” dal poeta Tonino Guerra), considerati gli odori e i sapori con cui si arricchisce. Questa usanza di mettere il formaggio nelle fosse non nasce con intento culinario: tutto il procedimento pare risalga al medioevo quando gli allevatori della zona dovevano nascondere i formaggi ai predoni e ai ladri; o più semplicemente era necessario che li conservassero per un periodo più lungo senza che questi seccassero eccessivamente. In questo caso si perde un poco di poesia, ma il sapore di questo prodotto rimane sempre impareggiabile.
Talamello è noto anche come patria del musicista Amintore Galli, autore dell’Inno dei Lavoratori, che insieme a Bandiera Rossa e a L’Internazionale rappresenta uno dei tre inni più significativi del movimento operaio italiano.
Due splendidi presepi esempi di artigianato si possono ammirare nell’antico borgo medioevale di Talamello
Nelle stanze della canonica, a fianco alla chiesa di San Lorenzo in piazza garibaldi, il bellissimo presepe meccanico, da tanti anni meta di numerosi visitatori, creato con grande maestria da G.Luigi Togni.
Presso la località Culmine della Penna, ai piedi del Monte Pincio, sotto uno spettacolare sperone roccioso, il grande presepe illuminato ideato dalla signora Anna Maria Bianconi con la collaborazione di Don Armando ed altri Cittadini di Talamello.
Via Saffi, Talamello (tel. 0541 922893)
Il museo-pinacoteca “Lo splendore del reale”, inaugurato dall’Amministrazione comunale di Talamello nel settembre 2002 nei locali dell’ex Teatro Amintore Galli, già chiesa medievale di Sant’Antonio Abate, riunisce più di 50 opere donate al Comune tra il 2000 e il 2008 da Fernando Gualtieri, artista di fama internazionale di origini talamellesi, apprezzato, oltre che in Europa ed America, anche in Cina e Giappone.
Riconosciuto dalla critica come il Maestro dello Splendore del Reale, Gualtieri “… ci porta una bella e radiosa sorpresa, dedica la sua arte a dipingere tutti gli oggetti: la natura morta, i ritratti, le composizioni…” secondo le parole di Georges Duhamel dell’Accademia Francese.
Caratterizzato dal suo personalissimo e suggestivo stile, è un insolito catalizzatore di luce, dipinge il visibile e l’invisibile, il reale e l’irreale, in una cascata di colori e di luce. Proprio luce e brillantezza sono per Gualtieri gli elementi essenziali per ritrarre veracemente lo ‘Splendore del reale’, così definito dal pittore:
È valorizzare l’essere amato nobilitandolo di giusta luce. È andare all’essenziale, verso l’anima del soggetto. È, ancora, essere “pescatore di luna”, cogliere il riflesso impercettibile dell’altro, la sua evanescenza e la sua permanenza.
Le opere esposte nel museo sono oli su tela sia di piccolo formato che di grandi dimensioni come L’ultimo ruggito (200 x 400 cm), la natura morta Broccato persiano o i dipinti Sinfonia di cristallo, Il gioco della morte ed Una sera da Lasserre; vi sono inoltre ritratti ad olio e a matita, tra cui spicca un Autoritratto dell’artista, e paesaggi siciliani, canadesi, parigini…
Fernando Gualtieri Nasce il 1° dicembre 1919 a Longlaville, nell’est della Francia, dove molte famiglie italiane sono emigrate per lavorare nelle miniere. Di origini umilissime, il padre di Cesena e la madre di Talamello, a 4 anni viene affidato alla custodia della nonna Caterina in Italia, a Viserba di Rimini, per sottrarlo al clima polveroso e insalubre.
Soprannominato il “piccolo francese”, a scuola risulta il migliore in disegno ma deve interrompere gli studi a causa della guerra. Riesce tuttavia a sottrarsi agli impegni militari diventando cartografo in Jugoslavia. Sono i primi frutti del suo dono.
Dopo una carriera di calciatore fino in serie A nelle fila del Bologna, nel 1950, a 30 anni, parte per Parigi, dove tuttora risiede e lavora . Dopo due anni di vita da bohémien, l’episodio che inaugura la sua folgorante carriera: nel 1954 M. Roche, ricco uomo d’affari americano, acquista tutte le sue prime 17 opere, dopo averne vista una nella sua prima mostra parigina importante.
È solo l’inizio di una lunga serie di riconoscimenti internazionali e di esposizioni nelle gallerie più prestigiose del mondo. Nel 1956 vince il primo premio della Galleria Duncan di New York, nel 1960 il primo premio Galleria Barnheim Jeime di Parigi. Nel 1958 è a Londra dove espone nella celebre Bond Street Gallery, rimanendovi fino al 1960, quando la Royal Academy acquista Il gioco della morte. Segue quindi un “periodo canadese” che toccherà i suoi vertici negli anni 1966-1976, determinato dalla passione del presidente dei petrolieri canadesi per la sua arte. Tra i suoi clienti estimatori si annovera anche Barbara Rockefeller e la baronessa Nadine Rothschild.
Nel 1972 compra un negozio di dischi in Bd.de Montparnasse e lo trasforma nella sua galleria personale, la “Glatée Gallery”, inaugurata il 23 aprile 1973. Nel 1986 arriva la consacrazione anche in Giappone e Cina, con Gualtieri che espone a Tokio e Pechino.
Nel 2000 Parigi celebra il “Giubileo Gualtieri” con una esposizione al “Carousel du Louvre” patrocinata dal presidente Jacques Chirac e dal Ministro della Cultura mentre il comune di Parigi gli consegne la medaglia d’oro.
Nel 1982 riceve la cittadinanza onoraria di Talamello e nel 2000 dona al comune 14 opere di grandi dimensioni per le quali viene realizzato il Museo-pinacoteca Gualtieri “Lo Splendore del Reale”, inaugurato nel settembre 2002. Con le ulteriori donazioni effettuate, sono oggi complessivamente più di 50 le opere esposte a Talamello.
GIORNI E ORARI D’APERTURA
INFO: Museo Gualtieri: Tel. 0541 922893 Comune di Talamello: Tel. 0541 920036 museo.gualtieri@comune.talamello.rn.it o info@comune.talamello.rn.it www.gualtierimuseum.it www.museialtavalmarecchia.it
INFO:
Museo Gualtieri: Tel. 0541 922893
Comune di Talamello: Tel. 0541 920036
museo.gualtieri@comune.talamello.rn.it o info@comune.talamello.rn.it
www.gualtierimuseum.it www.museialtavalmarecchia.it
Di forma spesso irregolare, il formaggio di fossa si presenta di colore dal giallo paglierino al nocciola pallido e di pasta chiara e morbida. La struttura è friabile e il sapore dolce e leggermente piccante.