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Il porto di Cattolica, prevalentemente peschereccio, è situato alla foce del torrente Tavollo ed è protetto da due moli banchinati: il Molo di Levante ed il Molo di Ponente; su quest’ultimo si trova una darsena.
“La Cattolica confina col mare et ci ha una spiaggia quale fa gombito tondo quasi come il porto di Ancona loco atto a caricar e scaricar per mare ogni sorte di robbe” (manoscritto, sec. XVI).
Questo brevissimo inciso, datato alla seconda metà del Cinquecento, rende ben evidente la naturale vocazione alla portualità che fin dalle epoche antiche contrassegnò la “spiaggia” di Cattolica.
La spiaggia di Cattolica, protetta dal colle di Gabicce, che ripropone in scala ridotta 1’insenatura di Ancona al riparo del Conero, non mancò in varie epoche di trarre in inganno molti navigatori.
Non sono rare infatti, fino al secolo scorso, le documentazioni di naufragi di grossi bastimenti che colti da awerse condizioni metereologiche, si trovarono arenati sul lido per aver confuso il porto di Cattolica con quello di Ancona. Anche all’esame dei portolani più antichi e dalle carte nautiche risulta piuttosto evidente questa somiglianza.
Cattolica venne sfruttata per questa sua naturale disposizione geografica e la sua rada costituì un importante punto di riferimento, nel medioevo e poi nell’età moderna, sia per 1’imbarco delle derrate e delle granaglie provenienti dal retroterra e dal Montefeltro sia per lo scarico di mercanzie provenienti da altre località.
Questa consuetudine stimolò spesso le mire di potenti signori, come gli Arcivescovi di Ravenna che forse proprio per utilizzare il porto naturale favorirono la fondazione della Cattolica medievale, e, più tardi, i duchi di Urbino.
La possibile crescita di importanza di questa località di confine provocò di conseguenza non pochi divieti da parte delle autorità governative di Rimini, che vedevano nel traffico mercantile di Cattolica un nemico per il commercio del proprio porto.
Fu proprio la cattiva disposizione di Rimini nei confronti delle attività di questo scalo ad impedire la realizzazione di un vero e proprio porto a Cattolica, anche quando, con lo sviluppo delle arti della pesca, questo si dimostrava estremamente necessario alla popolazione autoctona.
Le barche (tartane, tartanoni, trabaccoli), approdavano nelle insenature della foce del Tavollo o nelle fosse prospicienti la torre che era stata costruita nelle vicinanze della cosiddetta punta della valle.
Nel 1768 si registrano le prime richieste per 1’attuazione di un porto, ma solo nel 1792 le autorità di Rimini si decisero ad esaminare 1’opportunità di una simile opera.
A questo proposito vennero commissionati progetti e perizie che non portarono però all’esito desiderato.
Altri inutili tentativi si ebbero nel 1798, nel 1825, nel 1R44 e solo nel 185.i, su progetto dell’ingegner Biagio Schiedi, vennero costruite le prime palate.
La costruzione della palata di levante provocò un vistosissimo fenomeno di insabbiamento che impegnò nuovi studi ed interventi.
Con la legge del 30 marzo 1865 il porto di Cattolica venne dichiarato porto di quarta classe e la sua gestione venne affidata al comune di San Giovanni in Marignano, località dalla quale Cattolica dipendeva amministrativamente.
Fino alla fine del secolo la situazione rimase precaria ma, sebbene il porto necessitasse di continui interventi, la flottiglia cattolichina vide aumentare le proprie unità da pesca.
Agli inizi degli anni `80 erano presenti nel porto di Cattolica 88 legni da pesca, ma già sul finire del secolo le imbarcazioni erano salite a 107 di cui più della metà identificabili in grosse barche pescherecce. Nel primo Novecento la flottiglia peschereccia si era sviluppata a tal punto da essere classificata come una delle più importanti dell’Adriatico. Le strutture in muratura lungo il porto canale si realizzarono a partire dal 1911 e agli anni `20 risalgono i lavori di prolungamento dei moli. L’attuale darsena, realizzata sulla cosiddetta punta della valle venne invece realizzata nel 1934.
A disposizione dei natanti c’è ora anche la nuova darsena a fianco del Circolo Nautico, alla foce del fiume Tavollo, nella zona del Parco Le Navi e il nuovo porticciolo della vicina Portoverde, sempre più spesso frequentata da barche di VIP firmate dalla famosa Ferretti Craft, che ha il nuovo cantiere proprio a Cattolica.
Curiosità da non perdere: Sotto il faro di Cattolica, c’è una stupenda rosa dei venti e con sorpresa si scopre che il Nord non è dove ce lo aspettiamo.
Al porto possiamo trovare il monumento ai caduti, proprio di fronte alla Capitaneria, e la Madonnina del Mare, sulla darsena.
Ogni estate viene celebrata proprio in questa parte di porto la Regina Maris, una s.messa in onore dei caduti in mare, con breve processione di alcuni pescherecci in mare aperto.
Alla celebrazione partecipa il vescovo della diocesi di Rimini e si conclude con uno spettacolo di fuochi d’artificio.
Cattolica è stata sempre famosa per i suoi cantieri navali, superando città rivali ben più grandi come Rimini. I Maestri d’ascia sono pochi, ma continuano nel loro lavoro ricco di tradizioni.
Pochi anni fa, la vecchia fabbrica del tonno è stata sostituita dai cantieri navali della prestigiosa Ferretti Craft, che produce yacht venduti in tutto il mondo. La Ferretti Craft ha vinto più volte il campionato dei motoscafi superveloci offshore.
Al Porto non ci sono veri e propri eventi, a parte la Festa della Madonna del mare, alla quale partecipa anche il Vescovo della Diocesi di Rimini. Una breve processione di barche si sposta in mare aperto per lasciare una corona a ricordo di tutti i marinai presi dal mare.
Al termine della funzione religiosa, spettacolo di fuochi d’artificio sulla spiaggia e accoglienza sui pescherecci ormeggiati e decorati a festa, con assaggi di ottime grigliate di pesce.
Si può definire comunque evento, per la bellezza e il ricordo delle tradizioni, anche il ritorno dei pescherecci e la conseguente vendita del pesce pescato. Le barche entrano una ad una in porto, seguite da gabbiani in cerca di qualche lauto pasto senza fatica.
L’altra faccia del porto, quella più turistica, vede il rientro a fine serata dei cooter, barconi a vela e motore, utilizzati per escursioni in mare, oltre la boa dei 500 m. che dà inizio alla zona per natanti, fino sotto il promontorio di Gabicce Monte e la Vallugola, piccolo porto nel Parco Naturale del San Bartolo.
Alcuni ormeggi rimangono a disposizione dei cittadini di Cattolica e di turisti che preferiscono muoversi per mare…con bellissime barche a vela.
Resta sempre il fascino serale del porto…quando la tranquillità è padrona. Solo il fruscio delle onde sugli scogli e i bellissimi colori del tramonto…meta ideale dei romantici e degli innamorati.
Alcune descrizioni sono tratte da “Cattolica”di Marcello Di Bella e Lucia De Nicolò, 1985, Guideverdi Maggioli Editori.